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Verona del Popolo, primo settimanale dei socialisti veronesi

Verona del Popolo è stato il primo settimanale dei socialisti veronesi ancora nel lontano settembre 1890.

Siamo nel periodo immediatamente successivo all'unificazione del Veneto al Regno Sabaudo e a Verona, come in molte altre città, nascono i primi fervori sociali e politici a seguito dell'ampliamento della partecipazione dei cittadini alla vita politica in occasione delle votazioni amministrative del 1889.

Nelle votazioni si affacciarono nuovi attori e protagonisti e sorsero correnti politiche organizzate che volevano rappresentare le nuove istanze emerse nella società; il successo ottenuto dai progressisti in questa occasione diede origine ad un cambiamento culturale, seppur parziale, tra la popolazione.

Dobbiamo infatti ricordare che a quelle votazioni amministrative, a differenza delle precedenti del 1874 in cui su una popolazione complessiva in città di 67.000 abitanti e in provincia di 367.400 si registrarono rispettivamente solo 2911 e 7521 votanti, hanno potuto partecipare, grazie alla nuova legge elettorale del 1882, circa 33.00 elettori nella sola città, dando il via all'associazionismo operaio e al suo crescente protagonismo alla vita pubblica.

Con la conquista del potere delle forze progressiste e della sinistra cominciò per Verona un primo e parziale periodo pre-industriale, in quanto ancora fortissime erano le resistenze dei proprietari terrieri e latifondisti, ceto economico prevalente nei primi anni post unitari, contrari all'introduzione di nuove tecnologie e alla meccanizzazione.

Tuttavia in questo periodo furono realizzate alcune delle opere fondamentali per lo sviluppo economico della città; parliamo del canale Camuzzoni, del nuovo acquedotto cittadino e dei muraglioni per la difesa dalle piene dell'Adige.

E' in questo contesto storico cittadino che si pongono le basi per la nascita del nostro giornale, come riportato nella pubblicazione "L'industria possibile, note su Verona e sul Veneto dopo l'Unità (1866-1896)" dallo storico Emilio Franzina.

Dice infatti Franzina "Dal collettivo socialisteggiante 'Figli dell'Avvenire' di Giacomo Levi nel 1885 e dall'area democratica di Carlo Ringler sarebbe venuto sì l'impulso alla fondazione del futuro organo del PSI veronese, ossia di quella 'Verona del Popolo' che avrebbe reclamato a più riprese, sul finire del secolo, l'impianto di fabbriche e di opifici per aumentare il peso del proletariato industriale in città"

La pubblicazione del primo numero di Verona del Popolo rappresenta in pieno questa nuova fase di fase di crescita sociale; infatti accanto all'uscita del giornale, l'anno 1890 vede la celebrazione per la prima volta a Verona del primo maggio e la proposta di creazione della Camera del Lavoro, concretizzata dal settembre 1892.

Verona del Popolo prosegue nel tempo il suo obiettivo di sostegno delle lotte operaie e socialiste veronesi; è sempre a fianco delle classi più deboli e ne rappresenta le istanze come per esempio nello sciopero generale del 1904, in cui per la verità, assunse atteggiamenti anche fin troppo radicali rispetto ad altri quotidiani progressisti veronesi come per esempio "L'Adige".

Arriviamo pertanto all'inizio della prima guerra mondiale dove Verona del Popolo, unico caso fra i periodici socialisti veneti, contunua le pubblicazioni fino a gennaio 1917 e, pur costretta a usare toni abbastanza cauti, riesce a dare importanti infromazioni come p.e. sulla conferenza Zimmerwald o sulla campagna di mobilitazione in America per la liberazione dell'anarchico e sindacalista italoamericano Carlo Tresca.

Finisce le pubblicazioni nel 1922.

Nella scia di questo periodo, epico, eroico e anche sotto certi aspetti romantico, la federazione dei socialisti veronesi vogliono ricordare il loro primo periodico con questa associazione, da cui prende il nome, rappresentandone i contenuti e proseguendone negli ideali.

Per saperne di più: Materiale storico su Verona del Popolo
"Il naso rotto di Paolo Veronese" di A. Dilemmi- Edizioni BFS, 2006
"Verona del Popolo 1890-1922" di D. Marchesini - Gemma Editco, 2002
"Da Garibaldi al socialismo. L'evoluzione politica di un ferroviere veronese:Luigi Domaschi" di M. Squarzoni - Cierre - 2001

  •   Via Chioda 125A - 37134 VERONA
    Presso la sede del C.C.C.

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