UNA LETTERA DEL COMPAGNO ROBERTO BUTTURA AL DIRETTORE DELL'ARENA PER SEGNALARE L'ABUSO NEI PRONTI SOCCORSO DEI CODICI BIANCHI NELLA QUASI TOTALITA' DEGL INTERVENTI, CON PESANTI RIPERCUSSIONI NELLE TASCHE DEI CITTADINI

Il compagno Roberto Buttura, veronese e assessore socialista alla Sanità nella Regione Veneto negli anni '90, invia una lettera al Direttore del quotidiano L'Arena, pubblicata mercoledì 12 aprile, in cui evidenzia la prassi ormai assodata nei Pronti Soccorsi della nostra regione di considerare la quasi totalità gli interenti codici bianchi e assoggettati quindi al pagamento del ticket.

Dice Buttura " La Signora Michela Varalta, nella lettera pubblicata il 1° aprile, lamenta giustamente l’incomprensibile e salato ticket pagato per la prestazione fornita dal Pronto soccorso a suo marito.

In realtà, ormai è da alcuni anni che il ticket attraverso il meccanismo del codice bianco è diventato un taglieggiamento indiscriminato nei confronti dei cittadini.

Secondo la normativa nazionale e la procedura applicata dalla Regione Veneto il cittadino dovrebbe essere medico di se stesso, valutando prima di andare al Pronto Soccorso se la sofferenza di cui è afflitto possa considerarsi da codice bianco, verde, giallo rosso.

Una volta che ha deciso per il verde o peggio, e si reca al Pronto Soccorso, possono accadergli due cose: essere considerato da codice bianco o avere conferma dal sanitario di turno di essere codice verde (tirando un sospiro di sollievo), ignaro di quanto può accadergli dopo, e cioè di essere considerato, una volta sottoposto ad esami, un codice bianco con relativo pagamento di ticket che parte da 46,15 per salire a centinaia di euro.

Il ticket, da deterrente all'abuso dei servizi sanitari si è trasformato in uno strumento per assestare i bilanci e selezionare l'accesso ai servizi.

Continua così il sotterraneo spostamento del Servizio Sanitario Nazionale dall'ambito pubblico a quello privato, con il cittadino che ormai paga due volte. La prima con la fiscalità generale e la seconda con il ticket (a volte più alto della stessa prestazione che offre il privato) e il ricorso sempre più massiccio al pagamento della prestazione, per cui si assiste a questo fenomeno più volte denunciato: allo stesso sportello di prenotazione del servizio pubblico se si chiede di andare in lista di attesa pubblica viene risposto che la prima possibilità è dopo molti mesi, l'alternativa è di pagare e di avere la prestazione magari lo stesso pomeriggio e nello stesso posto.

Non è la prima volta che solleviamo questi problemi, riscontrando la totale assenza di attenzione sociale e politica. I cittadini oggi mugugnano, telefonano e scrivono lettere ai giornali, avendo zero risposte.

Un aneddoto racconta che Maria Antonietta regina di Francia, riferendosi al popolo affamato per la mancanza di pane, avrebbe detto " Se non hanno più pane, che mangino brioches ". Beh, tutti sappiamo (e non lo auguriamo) cosa è accaduto dopo.

Roberto Buttura

Centro Diritti del Malato e per il Diritto alla Salute

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