LA LEGA E I PARTITI DELLA DESTRA ITALIANA UTILIZZANO IL PROBLEMA DEGLI SBARCHI DEI PROFUGHI A LAMPEDUSA COME ARMA PER DESTABILIZZARE IL CLIMA POLITICO ITALIANO E METTERE IN DIFFICOLTA' IL GOVERNO RENZI

Era facile immaginare come il tema dei migranti fosse, per pura speculazione politica, uno dei punti fondamentali sui cui batteva la propaganda della destra nella recente campagna elettorale regionale.

E’ un tema che, soprattutto se sommato a una diffusa insicurezza e paura sociale ormai saldamente seminata nel tessuto sociale, fa breccia facilmente nella popolazione, stremata da lunghi anni di sacrifici a causa di una crisi che ha fatto crollare il potere di acquisto e con una economia che stenta a decollare.

I migranti sbarcati in Italia, chiamati non a caso clandestini e non profughi, e scampati con mille difficoltà e sacrifici inimmaginabili da guerre e fame, sono stati accumulati ai rom nella propaganda razzista della Lega come principale causa di aumento della microcriminalità, di furti e rapine ai danni della popolazione e di spaccio di sostanze stupefacenti.

E visto che la Lega nelle regionali dello scorso 31 maggio ha ottenuto un discreto successo ecco che anche il neogovernatore della Liguria Giovanni Toti, segue le orme della Lombardia e del Veneto, rifiuta l’accoglienza dei profughi e crea di fatto un asse tra le regioni del nord governate dalla destra.

Che la mossa dei governatori di Lombardia, Veneto e Liguria sia dettata esclusivamente da ragioni politiche e dal desiderio di mettere in difficoltà il governo Renzi  su questo tema di difficilissima soluzione è sotto gli occhi di tutti.

Non accogliere altri migranti e togliere i finanziamenti regionali ai comuni che accolgono i clandestini “ dice infatti il presidente lombardo Roberto Maroni,facendosi portavoce della rivolta delle regioni del nord governate dalla destra.

Tra le regioni del nord, l’unica voce contraria è quella del presidente del Piemonte Sergio Chiamparino: “ Se Maroni volesse continuare a procedere su questa linea allora sarebbe più che giusto che il governo togliesse alla Lombardia, al Veneto e alle altre Regioni che condividono queste posizioni i finanziamenti che lui vuole togliere ai Comuni che ospitano i profughi “ dice infatti.

La destra infatti ha ben compreso che per mettere in difficoltà il Governo sul tema dei migranti è sufficiente opporsi all’unica strada che sembrerebbe attualmente percorribile, ovvero ad una distribuzione equilibrata e a piccoli numeri dei migranti su tutto il territorio regionale, come del resto concordato tra le regioni, comprese le tre ora contrarie, e il governo nel giugno dello scorso anno.

Se poi al rifiuto di accogliere i migranti si aggiunge l’utilizzo strategico di slogan semplici, elementari, ma immediatamente assimilabili, quali “ quanto ci costano i clandestini “, “ affondiamo i barconi nei porti libici “, “ lotta senza quartiere ai trafficanti di morte “, “ aiutiamoli a casa loro “, comprendiamo quanto sia difficile per il governo far fronte al problema da un lato e dall’altro contrastare politicamente il fenomeno leghista, che dei migranti ne fa una bandiera.

Come è ben noto, tutte le proposte superficiali e populiste hanno un comune denominatore e un pregio politico; non offrono soluzioni plausibili ma, rafforzando opinioni infondate, diffuse e talvolta dannose, sono in grado di attrarre elettori.

Compito delle forze progressiste è contrastare questa disinformazione con informazione, contestando uno per uno i punti portati dalla destra, smascherandone l’inganno e offrendo invece dati di fatto certi e incontestabili.

Per esempio, secondo un sondaggio, quasi il 70% degli italiani ritengono gli immigrati un costo enorme a carico del nostro Paese, ritenendo i contributi europei largamente insufficienti.

Ma secondo un rapporto curato dalla Fondazione Moressa, anche se datato 2013, indica che i contributi EU sono stati 6,5 miliardi di €, ben superiori quindi alle spese sostenute dall’Italia per Mare Nostrum e Frontex e per il sistema di accoglienza nei centri.

Anche l’abusata proposta dello “ aiutiamoli a casa loro “ è quasi del tutto impercorribile; infatti non specifica minimamente quali immigrati si debbano aiutare nei paesi di origine, e come farlo.

" A casa “ degli immigrati che stanno arrivando per mare in questi giorni ci sono guerre, conflitti civili, violenze, torture, miseria e fame; è ovviamente necessario mettere in moto processi di pace in Siria, Libia, Eritrea, Somalia, Iraq, ma mediante quali strategie e con quali prospettive di successo stabile e a breve termine?

Non dobbiamo dimenticare che l’occidente ha in molti casi fomentato e sostenuto ribellioni contro regimi autoritari, senza però valutarne attentamente le conseguenze (p.e. USA nel caso dell’Iraq, Francia e Inghilterra nel caso della Libia).  Adesso però non si può sottrarre al dovere di accoglienza, ma attualmente l’obbligo di prima accoglienza pesa esclusivamente sui paesi mediterranei dell’Unione e soprattutto sull’Italia, dirimpettaia di una Libia ormai fuori controllo.

E che dire sull’" affondamento dei barconi " e " non lasciamoli partire dai porti "? Anche questa è’ chiaramente una proposta demagogica e impraticabile in quanto, per essere percorribile, si deve basare su precisi accordi internazionali in mancanza dei quali tali atti sarebbero assimilabili ad attacchi militari che potrebbero sfociare facilmente in una guerra.

Invece la strada da percorrere e a cui sta lavorando il governo è una politica comune europea basata su tre linee guida.

In primis, il rispetto della vita e della dignità umana; Mare Nostrum prima e Frontex ora stanno facendo un lavoro straordinario, salvando la vita di decine di migliaia di persone e tutti i Paesi europei devono contribuire alla gestione delle emergenze umanitarie.

In secondo luogo bisogna convincersi che siamo un continente d’immigrazione, ma senza una politica d’immigrazione legale. Il Papa ebbe a dire tempo fa “ Sono figlio d’immigrati italiani in Argentina “, ma perché l’Argentina, il Brasile, gli Usa, hanno un sistema di immigrazione legale, e l'Europa no?

Un approccio ordinato, con regole chiare e una visione di lungo termine permetterebbe, senza l’obbligo di dover accogliere tutti, alle persone che vogliono lavorare nel nostro continente di arrivare legalmente, di integrarsi e vivere dignitosamente; l’immigrazione illegale è disumana, incontrollabile e ingiusta e solo con un sistema legale possiamo salvare vite e combattere i trafficanti di esseri umani. 

Terzo principio: agire insieme in uno spirito di solidarietà a livello prima italiano e poi europeo. Frontex ha il compito della salvaguardia delle frontiere meridionali ed rimane una iniziativa fondamentale, ma gli altri Paesi devono aiutare di più l’Italia nella suddivisione dei migranti.

Per un’isola di 6000 abitanti come Lampedusa, lo sbarco di migliaia di profughi in pochi giorni è insostenibile, ma se queste persone, che ricordiamo sbarcano in Italia per tentare di andare altrove, fossero suddivise in modo equo su tutto il territorio italiano ed europeo, sarebbe invece una soluzione accettabile.

LItalia e l’Europa non possono permettersi il lusso di lasciare il monopolio dell’immigrazione ai partiti populisti, razzisti e xenofobi, che lucrano politicamente sulle tragedie altrui, che prosperano sulla menzogna e sulla paura, che usano un linguaggio offensivo e irrispettoso, ma non offrono mai una soluzione.

Non lasciamo quindi il diritto di parola a queste voci che, come dice don Ciotti “ Molte parole sono di razzismo, offendono e  tolgono dignità alle persone “.

   

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