IL SEGRETARIO NENCINI PARTECIPA AL CONVEGNO SULLE INFRASTRUTTURE IN VENETO ORGANIZZATO DALLA SEGRETERIA REGIONALE PSI

Al Centro Culturale Candiani a Mestre il PSI veneto ha tenuto l’atteso convegno sui Trasporti e la Mobilità nella nostra regione, con la partecipazione del segretario nazionale PSI Nencini in veste di Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti.

Come indicato nel nostro precedente articolo di presentazione (www.veronadelpopolo.it/Infrastrutture_Veneto.html), al convegno sono intervenuti al dibattito l’Ing. Razzini di Autovie Venete, l’Ing. Iacono di RFI, il Dott. Arena Presidente dell’aeroporto Catullo di Verona,  Bruno Pigozzo del PD e Vicepresidente della Commissione Trasporti della Regione Veneto in sostituzione di Roger De Menech Segretario Regionale del PD impossibilitato ad intervenire per improrogabili impegni, Sergio Vazzoler Consigliere Naz. del PSI e Vicepresidente dell’Unione Navigazione Interna, il Dott. Costa Ministro dei Lavori Pubblici nel Governo Prodi.

Il saluto iniziale agli ospiti è stato dato, come da prassi, dal segretario regionale Giribuola che nel suo intervento di introduzione ha voluto rilevare e puntualizzare quelle che secondo il PSI Veneto sono le criticità del sistema infrastrutturale e dei trasporti in Veneto, ovvero una visione miope e settaria degli attuali modelli prospettati nella nostra regione dalle giunte di centrodestra succedutesi dal 1995 ai giorni nostri.

Solo col superamento dell’attuale modalità di approccio alle tematiche relative alle infrastrutture e ai trasporti, legate come prima si è detto ad una visione locale senza tener conto invece delle problematiche legate all’intero complesso infrastrutturale veneto, si può sperare ad idee progettuali nuove e moderne legate si al territorio ma anche interfacciabili ad un sistema integrato europeo.

Il punto di vista del PSI veneto è stato ulteriormente ben puntualizzato dalla relazione di Paolo Trovato, coordinatore dell’Osservatorio Trasporti del PSI Veneto, che ha focalizzato il suo intervento principalmente sulle criticità del trasporto pubblico di media e breve distanza, sull’integrazione tra le diverse modalità di trasporto su gomma e su ferro, facendo rilevare che l’area metropolitana Venezia-Padova-Treviso e con il suo prolungamento fino a Vicenza è una delle maggiori realtà dell’intero territorio nazionale e che quindi necessità di approfondite valutazioni.

Certamente non di poco conto è anche l’esigenza di un maggior coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte progettuali delle infrastrutture soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale.

Tale coinvolgimento può essere espletato attraverso la formula dei débat public, strumento individuato ormai da un po’ di tempo soprattutto in Francia, dove si sono potuti realizzare in tal modo oltre l’85% di tutti i progetti presentati, col pieno accordo con le comunità locali che così si sentono coinvolte e tutelate.

Hanno tralasciato l’aspetto politico per concentrarsi invece sugli aspetti meramente tecnici gli interventi successivi a cominciare dall’ing. Enrico Razzini, Direttore Operativo di Autovie Venete, che dopo una veloce esposizione sul sistema autostradale veneto,ha fatto il punto sui lavori di realizzazione della terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste, uno dei tratti autostradali più congestionati del nord est.

E‘ fondamentale il completamento di tale opera, attualmente operativa solo nel primo tratto fino a Quarto d’Altino, in quanto proprio sul tratto autostradale fino a Trieste si concentra la maggior parte de traffico pesante in transito verso l’Austria attraverso il valico di Tarvisio, o verso la Slovenia attraverso i valichi di Gorizia e Trieste.

L’intervento successivo, quello dell’Ing. Iacono di RFI, è stato incentrato sugli aspetti tecnici legati alla realizzazione della linea A.V. sul tratto Brescia-Verona-Padova.

Nella fase attuale i finanziamenti previsti dal Decreto Sblocca Italia sono sufficienti alla realizzazione della prima tranche dei lavori da Brescia a Verona che dovrebbero partire all’inizio del 2015 per circa 84 mesi di attuazione, mentre per il restante tratto Verona-Padova si prevedono tempi più lunghi di attuazione.

La fase progettuale nel nodo veronese ha dovuto superare molteplici problematiche, a cominciare dallo spostamento a sud rispetto alla linea storica dei nuovi binari della A.V. da Brescia a Verona, l’interconnessione sia con il Quadrante Europa che con le nuove opere previste per la linea del Brennero, mentre a est si è dovuto risolvere le difficoltà legate all’attraversamento di Vicenza.

La necessità di una partnership e integrazione tra gli aeroporti presenti nel nostro territorio, Verona, Venezia e Treviso, è stato invece il tema affrontato dal Dott. Paolo Arena, Presidente dell’Aeroporto Valerio Catullo d Verona.

Per poter soddisfare le esigenze di una nuova mobilità e vincere le sfide economiche attuali è indispensabile poter fare squadra e, come per il sistema aeroportuale di Londra, poter disporre di una serie di aeroporti, facenti capo ad una precisa realtà territoriale, specializzati in base alle loro caratteristiche logistiche.

E’ proprio seguendo questa filosofia imprenditoriale che recentemente è stata avviata una partnership strategica tra gli aeroporti di Verona e Venezia con la costituzione di una società per la gestione di entrambi.

La parte più politica del dibattito è stata sviluppata nei successivi interventi di Bruno Pigozzo, di Sergio Vazzoler e di Paolo Costa.

Il primo ha evidenziato come da troppo tempo il Veneto manchi di una progettualità delle infrastrutture e di studi organici sui trasporti pubblici, spesso a causa di una visione parziale e non globale delle necessità del territorio, per soddisfare interessi locali e certamente non generali, da parte delle giunte di centrodestra che hanno governato la regione fino ad oggi.

Le prospettive future e lo sviluppo della navigazione interna, soprattutto in merito alla progettata realizzazione della piattaforma offshore del porto di Venezia, sono state affrontate da Sergio Vazzoler, che però si è dichiarato non favorevole alla paventata attuazione delle piattaforme offshore di Trieste e Ravenna in quanto le vie d’acqua fin qui realizzate sono tutte localizzate tutte nel nostro territorio.

Della stessa piattaforma di Venezia ha parlato anche il Dott. Paolo Costa, inquadrandola però in un sistema complessivo dell’alto Adriatico a cui farebbero parte anche Ravenna, Trieste, Capodistria e Fiume.

Il porto di Venezia, dice Costa, riveste di una importanza strategica fondamentale in quanto permetterebbe lo spostamento verso l’alto Adriatico della maggior parte del traffico commerciale proveniente da Suez e diretto verso il nord Europa, mentre ora tale traffico si svolge quasi esclusivamente lungo la rotta Gibilterra e i porti del nord Europa.

Nuovi mercati si affacciano nell’area del nord Adriatico e la nostra regione, proprio per la sua collocazione geografica tra il continente africano e quello europeo, deve essere pronta a sfruttare tale opportunità, che però può essere colta solo se il Veneto e le regioni limitrofe sapranno dotarsi, con tempi e finanziamenti certi, delle necessarie infrastrutture.

D'altronde sono difficilmente contestabili i vantaggi della portualità nell’alto Adriatico, legati proprio alla centralità del nostro territorio rispetto ai mercati centroeuropei e alle nuove aree commerciali dei Paesi Balcanici e della Russia.

Le conclusioni del dibattito sono state affidate all’intervento del Segretario PSI Nencini che ha confermato che tre miliardi di euro, tra Legge di Stabilità e Decreto Sblocca Italia, saranno destinati alla realizzazione delle infrastrutture in Veneto, un terzo di quelli complessivi previsti per l’intero Paese.

I principali interventi sono destinati alla grande viabilità, al potenziamento dell’A.V. da Brescia a Padova e al Porto di Venezia, che si conferma al centro della grande portualità mediterranea.

Nencini conferma che l’investimento più importante tra quelli stanziati per il Veneto è rappresentato dal completamento dell’A.V. tra Brescia e Verona e il finanziamento della tratta da Verona a Padova.

Non va però dimenticato il previsto finanziamento del collegamento ferroviario di Venezia con l’aeroporto Marco Polo, portando così l’A.V. da Milano non solo verso lo scalo aeroportuale di Roma ma ora anche a quello veneziano.

Molto soddisfatto, si è dichiarato Nencini, anche dell’accordo strategico raggiunto dai due aeroporti di Verona e Venezia, quale strada unica strada da seguire per vincere le sfide future nel complesso sistema dei trasporti aerei internazionali.

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