VALUTAZIONE DELLA VITTORIA SCHIACCIANTE DEL CENTROSINISTRA AL VOTO EUROPEO DI DOMENICA 25 MAGGIO 2014 E PROSPETTIVE DELL'AREA RIFORMISTA NEL NOSTRO PAESE

Terminata la giornata elettorale ed effettuato lo scrutinio ci troviamo ora con l’esigenza di valutare l’esito elettorale e le prospettive che questo imporrà ai partiti politici nel nostro Paese e, per quanto ci riguarda, la strategia politica che il nostro PSI dovrà perseguire.

Partendo ovviamente dai dati forniti dal Viminale gli stessi ci dicono quanto il voto degli elettori, mai come in questa occasione, si sia fortemente polarizzato verso due soggetti politici, lasciando sostanzialmente poco alle altre formazioni.

Una nuova forma di bipolarismo quindi, o meglio bipartitismo, formato dal PD, uscito rinato e completamente nuovo dalla cura Renzi, e il M5S, sempre saldamente nelle mani del suo padre e padrone Grillo.

Vediamo nel dettaglio i dati dei partiti che hanno superato lo sbarramento del 4%, il minimo per poter avere dei propri eletti nel Parlamento Europeo:

  Voto Nazionale Collegio nord Est Provincia Verona
PD 11.172.871 40,8% 2.467.077 43,53% 152.833 34,86%
M5S 5.792.865 21,16% 1.079.177 18,96% 83.920 19,14%
FI 4.605.331 16,82% 737.783 12,96% 64.294 14,66%
Lega Nord 1.686.556 6,16% 565.378 9,93% 86.116 19,64%
Lista Tsipras 1.103.209 4,09% 208.365 3,66% 10.946 2,49%
NCD 1.199.703 4,38% 175.000 3,07% 15.145 3,45%

Lo schema sopra riportato ci facilita nel compito di analizzare i dati, permettendoci una lettura sia nazionale che di collegio ed infine locale, ovviamente senza tralasciare l’approfondimento del voto socialista.

Voto nazionale

Se fino a ieri la base elettorale del centrosinistra era maggiormente addensata nell'Italia centrale ora con il “movimentismo” di Renzi si pùò tranquillamente dire che è presente pressoché in ogni zona del nostro Paese, ovviamente con i dovuti distinguo.

Renzi, in questa tornata elettorale, è riuscito in una impresa molto difficile, cioè ad intercettare la fiducia di ceti sociali e di zone tradizionalmente non favorevoli al centrosinistra, basti pensare ad esempio al nostro Veneto.

Il voto di domenica ha fatto emergere qualcosa di nuovo nella politica italiana, ora rappresentato da un nuovo bipartitismo Pd, che superato il 40% dei voti ha raggiunto una soglia mai sfiorata dal centrosinistra in Italia, e M5S.

Insieme rappresentano quasi i due terzi dei voti e il resto dei partiti, FI compresa, fanno quasi da comparse in questa nuova scena, ridotti e ridimensionati o quasi scomparsi come Scelta Europea, IdV e Verdi.

PD e M5S quindi sono gli unici due partiti con base di riferimento nazionale e che possono rappresentare il nuovo bipartitismo italiano uscito da queste elezioni.

La differenza sostanziale fra i due è però rappresentata dal fatto che il PD ha quasi il doppio dei voti rispetto al M5s, guadagnando oltre due milioni e mezzo rispetto a un anno fa, mentre il M5S ne ha perduti quasi tre, anche se non va dimenticato la differente valenza delle due elezioni, una politica e l’altra europea.

Questo sorprendente risultato del PD può essere spiegato considerando due fattori; il primo è l’errore di strategia di Grillo che ha concentrato tutta la sua campagna elettorale contro Renzi, trasformando in tal modo la competizione in un referendum "io oppure lui", la seconda è che Renzi è riuscito ad amalgamare e combinare sapientemente metodi da opposizione e cultura di governo, unendo la pancia e la ragione degli elettori, molti di questi certamente spaventati dall’aggressività senza remore di Grillo.

Collegio Nord Est e Veneto

Nel nostro collegio elettorale la vittoria di Renzi si presenta più sostanziosa, 43,5% a fronte di un 41% a livello nazionale, ha perso moltissimo FI mentre la Lega Nord conquista un quasi 10%, risultato certamente molto lusinghiero.

E la vittoria strepitosa del PD rappresenta la vera novità del voto europeo nel nostro territorio, perché se è vero che il PD supera il 43% dei consensi in un collegio che comprende una regione tradizionalmente “rossa” come L’Emilia Romagna è altrettanto vero che nel solo Veneto “bianco”, tradizionalmente feudo prima DC e poi Fi e Lega, il PD raggiunge il 37,5% raddoppiando i suoi precedenti risultati.

Questo risultato accantona definitivamente le aspirazioni del M5S di Beppe Grillo il quale arretra rispetto alla percentuale delle scorse politiche fermandosi al disotto del 20%, stoppa il partito di Berlusconi fermo al 13%, abbondantemente sotto dei precedenti risultati, mentre la Lega riconquista un po' di smalto sul territorio arrivando al 10% nel collegio e superando il 15% in regione.

Si può sperare ora in un inizio di una nuova era in Veneto per il centrosinistra, che è riuscito a conquistare una roccaforte da sempre moderata e orientata al centrodestra, con 17 punti percentuali in più rispetto alle scorse politiche (21,3%) e alle Europee del 2009 (20,2%); campione delle preferenze in Veneto è risultata la vicentina Alessandra Moretti, del PD, con 230.188 preferenze.

Infatti questo avviene mentre FI incassa il peggior risultato di sempre.

Certamente questo ottimo risultato ottenuto dal centrosinistra rappresenta un buon viatico nell’ottica delle votazioni regionali del prossimo anno; dice infatti Lucio Tiozzo, capogruppo dei Democratici in Regione “In cinque anni abbiamo raddoppiato il numero dei consensi e il Pd è diventato ora il partito centrale nella futura alternativa per il governo del Veneto

In casa nostra e nello specifico nel PSI regionale questo successo impone l’esigenza dello sviluppo di una futura strategia vincente per non disperdere il buon risultato ottenuto.

Resta comunque il preoccupante dato di un astensionismo rilevante anche in Veneto essendo l’affluenza alle urne passata dal 73% di cinque anni fa al 64% odierno.

Comune di Verona e provincia

Anche a Verona il PD conquista consensi dell'elettorato moderato, che in passato votava per Forza Italia; è questo il dato politico più rilevante di queste elezioni europee, certamente in linea con l'andamento nazionale, ma tanto più notevole a Verona e provincia, dove il Pd ha raggiunto percentuali impensabili soltanto fino a qualche mese fa, conquistando 49.834 voti pari al 41,91%.

Nelle elezioni amministrative di due anni fa il PD locale conquistò il 14,83% e questo rende bene la differenza rispetto ai voti conquistati domenica scorsa.

Quindi la svolta impressa dalla leadership di Renzi è apprezzata anche nel nostro territorio, convincendo elettori anche di centrodestra e del M5S, sceso infatti dal 24 al 17% rispetto le politiche dell’anno scorso.

Pure in casa Lega Nord le cose sono andate bene; i voti leghisti sono stati infatti 19.343 pari al 16,27% nel comune capoluogo e 86.116 pari al 19,64% in provincia; il buon esito del voto leghista ha fatto si che complessivamente la Lega si attestasse al  6,16% nazionale, ben al di sopra di quanto avesse aspirato inizialmente Salvini.

Il capitolo preferenze deve essere analizzato con cura e vede Tosi raggiungere quota 100.000 in ambito di collegio ma il dato diventa interessante se lo si analizza a livello comunale; Tosi qui infatti ha ottenuto 11.675 voti pari quindi solo all’11% delle sue preferenze totali.

Di sicuro si aspettava di più dalla sua città, dove è sindaco da due mandati, ed in effetti questa sua eclatante vittoria tanto decantata dai media locali alla prova dei fatti non lo è affatto e questi risultati sono molto importanti se analizzati nell’ottica di future elezioni amministrative.

E’ forse l’effetto di un amore che sta scemando nei suoi concittadini dovuto ai continui scandali che vedono coinvolti esponenti della sua giunta?

Si vedrà, comunque i due dati, le preferenze a livello di collegio e a livello comunale, rispecchiano una maggiore fiducia nel nostro sindaco ottenuta in territori al di fuori della sua competenza amministrativa e molto meno nella sua città.

Ad una superficiale analisi i dati delle preferenze ottenute da Tosi sembrerebbero in contraddizione tra di loro, ma invece stanno a dimostrare che a Verona, dove sta amministrando, i sui concittadini stanno imparando che la sua politica fatta di niente in realtà, mentre sta svuotando le casse comunali e aumentando le tasse, contemporaneamente sta svendendo ai privati pezzi pregiati di patrimonio cittadino; nelle altre provincie il nostro sindaco è conosciuto solo tramite la sua immagine massicciamente presente nei media.

Il voto dei socialisti

Anche se i candidati socialisti presenti nelle liste PD non sono riusciti nella difficile impresa di essere eletti, indubbiamente il successo ottenuto dal centrosinistra ha infuso ottimismo e fiducia nei dirigenti PSI, a partire dal segretario Nencini che dice   " Una scelta netta. Un voto di buon senso e di sostegno alla governabilita'. Rigettate le offese di Grillo, affossate le speranze di risalita di Berlusconi, premiata la sinistra europeista e riformista".

Ed inoltre “ Ma soprattutto e' un atto di fiducia verso il governo e il Presidente del Consiglio. L'Italia ha svoltato. Via da vecchie ideologie, via da parole d'ordine superate. Alla vittoria abbiamo portato il nostro contributo, in voti e in idee ”.

E il senatore Enrico Buemi afferma “ Il brillante risultato della lista socialisti e democratici in Italia, in controtendenza anche con ciò che è accaduto in altri paesi europei conferma la rispondenza delle scelte di unità dei socialisti  e dei riformisti nella comune casa del socialismo europeo alle aspettative degli italiani, fatte dal Pd e Psi ".

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