Il taglio del Parlamento

La Camera ha dato il via libera definitivo alla riforma costituzionale del numero dei parlamentari

Il disegno di riforma costituzionale ha superato l'ultimo passaggio in Aula ed ora è legge. La Camera ha dato il via libera definitivo alla riforma costituzionale che riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Il disegno di legge, sostenuto e voluto dal Movimento 5 stelle, ha raccolto una maggioranza trasversale

Una maggioranza bulgara quella che ha dato il via libera definitivo alla riforma del numero dei parlamentari; i contrari sono tutti esponenti del gruppo Misto più l'azzurra Marzia Ferraioli. Tra chi non ha votato: 10 M5s (di cui 4 in missione, 5 assenti e Colletti che ha dichiarato in dissenso con il gruppo), 25 esponenti Fi e 8 leghisti. Il renziano Roberto Giachetti, pur essendosi schierato per il sì, ha annunciato che raccoglierà le firme per indire un referendum che blocchi il testo.

“E’ una giornata storica“ è la frase che hanno ripetuto i vari esponenti 5 stelle subito dopo l’approvazione del ddl. Oggi infatti si realizza uno dei punti fondamentali del programma elettorale del Movimento. Per festeggiare i grillini si sono radunati davanti a Montecitorio e hanno esposto uno striscione con le foto delle poltrone e accanto delle gigantesche forbici di cartone. “Meno parlamentari uguale più asili nido”, recitava uno dei cartelli. Luigi Di Maio, anche lui in piazza con i parlamentari M5s, ha parlato di “una grandissima vittoria per i cittadini italiani”.

Il segretario Pd Nicola Zingaretti ha spiegato come mai i dem abbiano deciso di cambiare il proprio voto dopo i no delle scorse tre letture: “La riduzione dei parlamentari”, ha dichiarato, “è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni. Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani”.

Netta contrarietà invece da parte dei socialisti alla legge costituzionale voluta dai 5 Stelle; dice infatti Nencini “ La democrazia costa più delle dittature. Se al taglio dei parlamentari non si collega una riforma delle funzioni delle due Camere e una legge elettorale proporzionale, saltano i cardini della rappresentanza dei cittadini in Parlamento. Una buona ragione per votare no “.

Anche la vicesegretario del PSI Cinti Luciani dice “ E’ curioso che siano i giornalisti ad invitare il Paese e la politica a riflettere su una riforma che in se’ non darà benefici e che nessuno si stia preoccupando di compiere un’analisi dell’impatto che essa avrà. Il tema vero è pensare ad una riforma delle istituzioni complessiva ed organica non a pezzi solo per dare al popolo l’impressione di cambiamento e risparmio. La garanzia di efficienza – aggiunge- non è garantita dal taglio dei parlamentari ma dalla qualità e serietà di chi viene eletto. Concordo con chi dice che questa riforma, se si fermerà qui , finirà per rafforzare una rappresentanza appannaggio di un’élite. Non è questo che vogliamo ” – ha concluso Rita Cinti Luciani.

Il segretario regionale PSI Luca Fantò scrive una nota in cui tra l’altro dice “ Qual è il senso della riduzione del numero dei parlamentari italiani? Allontanare il cittadino dai propri rappresentanti in Parlamento. E’ l’ennesimo tentativo dopo il fallimentare pseudo-maggioritario, non a caso soprannominato “Il Minotauro”, l’introduzione delle liste bloccate e l’ibrido “rosatellum”. Ora la riduzione di un terzo del numero di Senatori e Deputati. E poi sarà la volta del vincolo di mandato che, in mancanza di ideali comuni in grado di tenere uniti gli iscritti ai partiti e chi per essi si presenta agli elettori, come durante il fascismo, obbligherà ogni eletto ad una disciplina di partito non libera ma coatta. E’ al suicidio della nostra Repubblica a cui stiamo assistendo, al suicidio del Parlamento in quanto espressione della democrazia rappresentativa in Italia “ conclude.

La contrarietà del PSI ad una riforma che, mentre riduce la rappresentatività del Parlamento, manca completamente di un disegno organico e complessivo che prevede anche una riforma elettorale, viene resa esplicita da una nota congiunta del segretario Enzo Maraio e Riccardo Nencini “ Il PSI aderisce all’iniziativa di raccogliere firme in Senato per indire un Referendum confermativo sulla riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari.

Abbiamo già espresso la nostra contrarietà ad una riforma, quella del taglio del numero dei parlamentari, che non solo non riteniamo sia utile, ma potrebbe persino creare un pericoloso precedente sul funzionamento delle due Camere” hanno aggiunto Maraio e Nencini.

“ Se al taglio dei parlamentari non si collega una riforma complessiva dell’assetto costituzionale e una legge elettorale proporzionale, saltano i cardini della rappresentanza dei cittadini in parlamento. Bisogna approntare dei correttivi che rendano efficiente una scelta che rischia soltanto di alimentare l’antipolitica. Non ci resta – hanno concluso Maraio e Nencini - che dare la parola ai cittadini ”.

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