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PRIMO PIANO

Riunione dei G 20 a Cannes il 3 e 4 novembre 2011

SEI IN PRIMO PIANO - CRISI EUROZONA

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Il premier Berlusconi con il Primo Ministro greco Papandreu al vertice di Bruxelles  

I grandi dell’economia mondiale si riuniscono a Cannes il 3 e il 4 novembre, in un clima del tutto particolare.

La crisi dell’Eurozona è drammatica e si susseguono sempre più frequentemente le voci relative ai dubbi sull’efficacia del piano di salvataggio stilato dai leader europei, soprattutto dopo l’annuncio certamente inaspettato della Grecia di sottoporre il piano a referendum, sotto il peso di fortissime contestazioni.

I paesi europei maggiormente indebitati ora si aspettano un aiuto da parte di partner internazionali, quali Stati Uniti, Cina e Russia.

Non più tardi della scorsa settimana, dopo una maratona di oltre dieci ore conclusasi in piena notte, il vertice tenutosi a Bruxelles il 27 ottobre dai responsabili economici e dai leader dei principali paesi europei ha ottenuto degli importanti e ormai insperati risultati.

I leader dell’Eurozona hanno concordato su un piano di misure anticrisi che permetterà alle banche di mettersi in sicurezza mediante ricapitalizzazioni mirate e darà certezza ai Paesi maggiormente indebitati con la creazione di un fondo salva-stati da oltre 1.000 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il nostro paese il Presidente del Consiglio ha presentato un piano che possiamo definire però “di intenti” che prevede tra l’altro possibilità per rendere più facili i licenziamenti e l’innalzamento dell’età di pensionamento.

Dopo aver passato l’esame europeo, dopo un braccio di ferro con la Lega Nord sulle pensioni, Silvio Berlusconi si appella alle opposizioni per aiutare il governo a far passare i disegni di legge in Parlamento.

”Ci auguriamo che l’opposizione voglia uscire dai panni stretti che ha finora indossato nel dire sempre no e nell’essere sempre contro, e voglia con noi partecipare all’approvazione di queste misure che sono richieste dall’Europa”, ha detto il premier al termine del vertice dei leader della Zona euro. “Non sono misure che riguardano questa o quella parte. Sono misure che riguardano l’interesse dell’Italia“.

Non c’è bisogno di sottolineare che queste misure che il governo in queste ore sta prendendo sono tutte a scapito della fascia più debole della popolazione, lavoratori, pensionati, precari e piccoli commercianti, quella che ha sempre dato e da cui viene prelevata la maggior parte della fiscalità.

E’ un governo liberista e illiberale, che privilegia i settori più ricchi della società, non proponendo e non volendo proporre nulla che possa nuocere alle situazioni di privilegio cui le categorie più ricche di questo paese hanno goduto in questo ultimo decennio.

Eppure sarebbero sufficienti alcune semplici misure per alleggerire di non poco il debito del nostro paese;  si potrebbe per esempio introdurre un aumento dell’aliquota fiscale per i redditi superiori ad una certa soglia, una patrimoniale, oppure un tassa sulle rendite finanziarie.

Ma, come sappiamo, il nostro premier è nettamente contrario anche alla sola ipotesi di prendere in considerazione iniziative che vadano a discapito dei privilegi fin qui goduti dalle classi economicamente privilegiate; servono invece provvedimenti strutturali ed urgenti per salvare il bilancio dello Stato, anche a scapito di provvedimenti “ non graditi “ alla stessa maggioranza parlamentare.

Per comprendere meglio gli avvenimenti cui siamo testimoni in questi giorni, ma soprattutto per avere una idea più chiara nell’ottica proposta dai socialisti, è interessantissimo leggere quanto scrive Luca Cefisi in un editoriale de “L’Avanti della domenica” del 6 novembre e che si può trovare nel link indicato sotto.

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