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FORCONI: CHI SI MUOVE DIETRO AL MOVIMENTO?

Pesanti incognite in merito alla sicurezza e alla salvaguardia delle istituzioni democratiche del nostro Paese generate dalle manifestazioni e dagli scontri  legati al cosiddetto movimento dei Forconi

SEI IN PRIMO PIANO -  MOVIMENTO DEI FORCONI

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Scontri a Torino negli scorsi giorni e uno dei leader del movimento Forconi Danilo Calvani mentre, dopo un comizio, si allontana con la jaguar

Il generale Arturo Esposito, direttore dell’agenzia dei servizi segreti italiani (AISI), in una comunicazione dello scorso 12 dicembre al Copasir (Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica) aveva dichiarato che la protesta del cosiddetto movimento dei Forconi, che in questi giorni sta causando disagi in molte città italiane, non ha un’ unica regia ma raccoglie diverse anime e “… questo apre a scenari di possibili rischi sui quali è costante l'attenzione della nostra Intelligence, che per tempo ha informato le forze dell'ordine sulle dinamiche delle diverse realtà che compongono la protesta …”

Stando a quanto dichiarato dallo stesso generale “… il movimento è infiltrato da frange estreme al limite dell’eversione” da parte di “… gruppi di estrema destra riconducibili a Forza Nuova e Casa Pound e formazioni di tifoserie che fanno riferimento sempre alla destra” ed inoltre “… il movimento studia e sfrutta ogni occasione offerta dalla cronaca per emergere e rompere una precaria pace sociale …”

Non c’è voluto molto per la conferma di queste ipotesi; nella giornata del 14 dicembre è stato arrestato dalla Digos, per il reato di furto pluriaggravato, il vicepresidente di Casapound Simone Di Stefano, l'autore del furto della bandiera dell'Unione Europea avvenuto presso il palazzo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, durante il blitz del movimento “9 dicembre” e di Casa Pound.

Alle manifestazioni si sono aggiunti anche i comitati studenteschi di molte città, che al motto “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città” e “Ci stanno rubando il futuro”  hanno creato problemi più che altro legati al blocco del traffico.

Anche qui, nella maggior parte dei casi, ad egemonizzare la protesta sono gli studenti legati al movimento “Lotta studentesca” molto vicino all’estrema destra.

Ma se poi guardiamo i risultati ottenuti dal movimento studentesco, per lo meno nella nostra città, ci viene per fortuna solo da sorridere; infatti nella manifestazione improvvisata dello scorso venerdì 13 dicembre, caratterizzata da una esigua presenza di studenti, alla conclusione della manifestazione e nel momento di trarne le conclusioni con un confronto e un dibattito per spiegarne i contenuti e le motivazioni, tutti gli studenti si sono diretti verso i non lontani banchetti di S.Lucia, motivando in tal modo la loro presenza alla manifestazione solo come una semplice “giornata di berna”.

Però una spiegazione politica a quanto sta accadendo si può e si deve dare e può essere sintetizzata da quanto riportato nelle informative del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza interna che dice ”.. E’ stato compreso che il governo difficilmente andrà in minoranza per dinamiche politiche, mentre è più vulnerabile per dinamiche esterne”.

Difficile quindi non vedere che Forza Italia, Grillo e Lega, i partiti che vorrebbero andare al voto subito, possono rappresentare la sponda politica al movimento 9 dicembre.

Movimento che potrebbe diventare eversivo nel momento in cui, come è successo in molti casi (Torino, Genova Ventimiglia per non citare altre città), squadre di persone prima delle manifestazioni giravano nelle strade e costringevano con le minacce i commercianti a chiudere per partecipare alla serrata.

Un movimento su cui Beppe Grillo non ha esitato un attimo a cavalcare, attirato dal motto “mandiamoli tutti a casa”; sul proprio blog infatti il comico ha rilanciato alcuni dei video della giornata dei “forconi”, commentati entusiasticamente da molti utenti che invitavano ad unirsi alla protesta.

Ma anche Berlusconi, che ha governato per anni e ha voluto ignorare la crisi quando era a Palazzo Chigi, ora che è all'opposizione è diventato uno degli sponsor della protesta dei forconi “… Il Paese non può aspettare. Il governo non perda tempo: convochi subito trasportatori e altri movimenti di protesta …” sollecita l’ex Presidente del Consiglio.

Ed inoltre “… A fronte della protesta sottovalutata dal Governo, che ha visto aderire al blocco dei tir proclamato da 'Trasporto unito' anche altre categorie quali negozianti e coltivatori (Forconi), mobilitazione che sta arrecando gravi disagi in alcune grandi città, nei porti e presso gli snodi autostradali il Governo convochi immediatamente le associazioni di categoria” candidandosi alla “ … massima disponibilità a trovare una intesa soddisfacente”.

E si è fatta avanti anche la Lega del neosegretario Matteo Salvini: “… Quando la protesta è non violenta è sempre benvenuta. Noi della Lega abbiamo perso la pazienza: il nostro no sarà gridato dentro e fuori il palazzo perchè chi ha avuto la fiducia oggi ha la coscienza sporca. E non ci si deve stupire se forconi e altri vengano qui per prendere qualcuno …”.

Quindi per Grillo, Berlusconi e la Lega è facile cavalcare la tigre di questo movimento eterogeneo e variegato, composto da sigle autonome di autotrasportatori, coltivatori diretti, piccoli imprenditori e commercianti, fascisti, studenti, disoccupati; un’accozzaglia di risentimento e ribellione dove chiunque può aggiungere la propria recriminazione, però con un obiettivo comune, manifesto e voluto: ottenere le dimissioni di massa di tutti i politici e di tutte le istituzioni a partire dal Presidente della Repubblica, seguito da “… un periodo transitorio in cui lo stato sarà guidato da una commissione retta dalle forze dell’ordine …”, e con questo è facile capire dove si vuole arrivare.

Movimento eterogeneo ma che però ha i suoi leader e rappresentanti: Mariano Ferro, il leader dei primi forconi; Augusto Zaccardelli, autotrasportatore e ultrà laziale; Danilo Calvani, ex piccolo imprenditore dell’ortofrutta e ora leader del Comitato agricoltori riuniti e Lucio Chiavegato, artigiano veronese.

Alcuni di loro hanno dei trascorsi politici, come Mariano Ferro, leader dei primi forconi, cui ebbe a dire alcuni giorni orsono “ … Aspettate bisogna far bollire prima l’acqua …” riferendosi alla difficile situazione attuale, presente con una sua lista alle comunali di Palermo, poi alle regionali siciliane e a febbraio scorso alle politiche con Forza Nuova; un flop dietro l’altro e da allora è in cerca di una candidatura, che magari in un prossimo futuro gli verrà offerta da Berlusconi.

Di Danilo Calvani è noto che dopo i suoi comizi, dove incita alla ribellione fiscale per le troppe tasse che opprimono le imprese, se ne vada con una jaguar, automobile non proprio consona a chi piange miseria; “… da tutta Italia andremo a Roma e ci riprenderemo lo Stato..” ed inoltre ”… stiamo mobilitando tutto il paese...” alcune delle su arringhe.

Calvani candidato alla poltrona di sindaco di Latina nelle amministrative del 2011 con la lista “Comitato agricoli riuniti” ottenne risultati poco incoraggianti (240 voti), forse perché in città era già nota la sua situazione di inadempiente per una montagna di debiti non pagati alle banche; ora ci riprova con i forconi.

Non bastasse ci pensa anche il veronese Lucio Chiavegato a soffiare sul fuoco: “Autoblu per tutti, privilegi a volontà, Equitalia mandante di suicidi di massa, famiglie che vanno al disastro, vescovi e cardinali che danno direttive politiche, zingari ladri difesi dalle alte cariche di stato, extracomunitari clandestini mantenuti a nostre spese, politici scortati a fare la spesa, cittadini lasciati soli contro i ladri e violenti e donne violentate da persone che non dovrebbero esserci”.

E’ evidente che questo è un momento delicatissimo per il Paese, e di cui la nostra intelligence ha fornito al governo un preciso identikit; “ Abbiamo valutato - riferisce un analista - che in un blocco di cento persone, 40 sono lavoratori delle varie categorie, 40 sono attivisti di estrema destra e il resto cittadini arrabbiati”.

Quindi una miscela potenzialmente pericolosa e il ministro dell’Interno Angelino Alfano è stato su questo punto categorico “ … Non sto qui ad aggettivare le ali estreme dei movimenti che protestano ma certamente sapremo cosa fare se esagerano. Faremo di tutto per assicurare le pacifiche manifestazioni legittime ma metteremo tutta la forza dello Stato contro i violenti”.

“Il nemico è comune a tutti e si chiama stato-ladro-mafioso italiano” appare scritto nel sito web del coordinamento 9 dicembre 2013 e la sezione «cosa vogliamo» è un calderone ribollente di rabbia antipolitica, di antieuropeismo, contro le banche e la «Kasta», contro le tasse e contro il nemico più inviso all’estrema destra, gli immigrati: “ L’Italia è il paese adatto solo a chi viene a delinquere o a farsi mantenere dal nostro lavoro”.

Cosa fare quindi? La risposta necessariamente deve essere molto articolata e non semplicemente sintetizzabile.

Innanzitutto il movimento non può essere liquidato con semplici frasi di circostanza e sottovalutato in quanto, come sopra evidenziato, il movimento non è formato solo dai “quattro gatti presenti in piazza” ma esprime, certamente in forme sbagliate, anche la rabbia di molti cittadini che non hanno più punti di riferimento politico (basti a pensare alla classe media che in questi ultimi anni è stata lasciata sola in balia di una crisi devastante).

In secondo luogo comprendere che attualmente tutta la politica, i partiti e le istituzioni hanno perso nei cittadini qualsiasi significato e, come dice il Presidente Letta “… La rappresentanza oggi è in grande crisi, gli attacchi alla politica in questi giorni sono attacchi alla rappresentanza … Se salta meccanismo con cui il governo tratta con le categorie e i loro legittimi rappresentanti, c’è un problema di rappresentanza …”; a questo stato di cose devono essere dati precisi e chiari segnali di discontinuità.

Poi nessun dialogo con chi punta all’eversione, con chi devasta vetrine, minaccia i cittadini, tiene in scacco quartieri e assalta sedi di partiti e sindacati, ma solo una risposta, quella della polizia, dei tribunali, delle patrie galere.

Inoltre far comprendere, con una precisa azione politica, che è sbagliato gridare “ fuori tutti” senza contrapporre fatti concreti; non far mancare una risposta politica sia dai partiti ma anche dalle istituzioni è quindi l’unica strada percorribile per recuperare un minimo di credibilità e consenso.

Dice infatti il segretario generale della Fiom-Cgil Maurizio Landini, a conferma di quanto sopra “ … Sono elementi che andrebbero capiti con precisione e andrebbero capiti con precisione obiettivi, le forme, le ragioni che portano ad una protesta, fermo restando il diritto a manifestare e che questo avvenga nel rispetto delle regole e senza forme di violenza “ e in merito ai rischi di una degenerazione della protesta “… Credo che sia uno dei problemi che abbiamo di fronte. Che ci sia una crisi di rappresentanza politica, sindacale, delle imprese e del mondo del lavoro artigiano e autonomo è sotto gli occhi di tutti, un fatto che rende evidente il rischio di tenuta democratica e sociale. Servono dei cambiamenti della politica economica che diano risposte ai problemi e la centralità di tutto è proprio il lavoro “.

Alcune immagini delle manifestazioni di questi giorni

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