Il generale Arturo Esposito, 
						direttore dell’agenzia dei servizi segreti italiani 
						(AISI), in una comunicazione dello scorso 12 dicembre al 
						Copasir (Comitato Parlamentare per la sicurezza della 
						Repubblica) aveva dichiarato che la protesta del 
						cosiddetto movimento dei Forconi, che in questi giorni 
						sta causando disagi in molte città italiane, non ha un’ 
						unica regia ma raccoglie diverse anime e
						“… questo apre a scenari di possibili rischi sui quali è costante 
						l'attenzione della nostra Intelligence, che per tempo ha 
						informato le forze dell'ordine sulle dinamiche delle 
						diverse realtà che compongono la protesta …”
									
						
						Stando a quanto 
						dichiarato dallo stesso generale “… il movimento è 
						infiltrato da frange estreme al limite dell’eversione” 
						da parte di “… gruppi di estrema destra riconducibili a 
						Forza Nuova e Casa Pound e formazioni di tifoserie che 
						fanno riferimento sempre alla destra” ed inoltre “… il 
						movimento studia e sfrutta ogni occasione offerta dalla 
						cronaca per emergere e rompere una precaria pace sociale 
						…”
									
						
						
						Non c’è voluto 
						molto per la conferma di queste ipotesi; nella giornata 
						del 14 dicembre è stato arrestato dalla Digos, per il 
						reato di furto pluriaggravato, il vicepresidente di 
						Casapound Simone Di Stefano, l'autore del furto della 
						bandiera dell'Unione Europea avvenuto presso il palazzo 
						della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, 
						durante il blitz del movimento “9 dicembre” e di Casa 
						Pound.
									
						
						
						Alle 
						manifestazioni si sono aggiunti anche i comitati 
						studenteschi di molte città, che al motto “Se ci 
						bloccano il futuro noi blocchiamo la città” e “Ci stanno 
						rubando il futuro” 
						hanno creato problemi più che altro legati al 
						blocco del traffico.
									
						
						
						Anche qui, nella 
						maggior parte dei casi, ad egemonizzare la protesta sono 
						gli studenti legati al movimento “Lotta studentesca” 
						molto vicino all’estrema destra.
									
						
						
						Ma se poi 
						guardiamo i risultati ottenuti dal movimento studentesco, 
						per lo meno nella nostra città, ci viene per fortuna 
						solo da sorridere; infatti nella manifestazione 
						improvvisata dello scorso venerdì 13 dicembre, 
						caratterizzata da una esigua presenza di studenti, alla 
						conclusione della manifestazione e nel momento di trarne 
						le conclusioni con un confronto e un dibattito per 
						spiegarne i contenuti e le motivazioni, tutti gli 
						studenti si sono diretti verso i non lontani banchetti 
						di S.Lucia, motivando in tal modo la loro presenza alla 
						manifestazione solo come una semplice “giornata di berna”.
									
						
						
						Però una 
						spiegazione politica a quanto sta accadendo si può e si 
						deve dare e può essere sintetizzata da quanto riportato 
						nelle informative del Comitato nazionale per l’ordine e 
						la sicurezza interna che dice ”.. E’ stato compreso che 
						il governo difficilmente andrà in minoranza per 
						dinamiche politiche, mentre è più vulnerabile per 
						dinamiche esterne”.
									
									Difficile quindi non vedere che Forza 
									Italia, Grillo e Lega, i partiti che 
									vorrebbero andare al voto subito, possono 
									rappresentare la sponda politica al 
									movimento 9 dicembre.
									
									Movimento che potrebbe diventare eversivo 
									nel momento in cui, come è successo in molti 
									casi (Torino, Genova Ventimiglia per non 
									citare altre città), squadre di persone 
									prima delle manifestazioni giravano nelle 
									strade e costringevano con le minacce i 
									commercianti a chiudere per partecipare alla 
									serrata.
									Un 
									movimento su cui Beppe Grillo non ha esitato 
									un attimo a cavalcare, attirato dal motto “mandiamoli 
									tutti a casa”; sul proprio blog infatti il 
									comico ha rilanciato alcuni dei video della 
									giornata dei “forconi”, commentati 
									entusiasticamente da molti utenti che 
									invitavano ad unirsi alla protesta. 
									
									Ma 
									anche Berlusconi, che ha governato per anni 
									e ha voluto ignorare la crisi quando era a 
									Palazzo Chigi, ora che è all'opposizione è 
									diventato uno degli sponsor della protesta 
									dei forconi “… Il Paese non può aspettare. 
									Il governo non perda tempo: convochi subito 
									trasportatori e altri movimenti di protesta 
									…” sollecita l’ex Presidente del Consiglio.
									Ed inoltre “… A fronte 
									della protesta sottovalutata dal Governo, 
									che ha visto aderire al blocco dei tir 
									proclamato da 'Trasporto unito' anche altre 
									categorie quali negozianti e coltivatori (Forconi), 
									mobilitazione che sta arrecando gravi disagi 
									in alcune grandi città, nei porti e presso 
									gli snodi autostradali il Governo convochi 
									immediatamente le associazioni di categoria” 
									candidandosi alla “ … massima disponibilità 
									a trovare una intesa soddisfacente”.
									
									E si è fatta avanti 
									anche la Lega del neosegretario Matteo 
									Salvini: “… Quando la protesta è non 
									violenta è sempre benvenuta. Noi della Lega 
									abbiamo perso la pazienza: il nostro no sarà 
									gridato dentro e fuori il palazzo perchè chi 
									ha avuto la fiducia oggi ha la coscienza 
									sporca. E non ci si deve stupire se forconi 
									e altri vengano qui per prendere qualcuno 
									…”.
									
									Quindi per Grillo, Berlusconi e la Lega è 
									facile cavalcare la tigre di questo 
									movimento eterogeneo e variegato, composto 
									da sigle autonome di autotrasportatori, 
									coltivatori diretti, piccoli imprenditori e 
									commercianti, fascisti, studenti, 
									disoccupati; un’accozzaglia di risentimento 
									e ribellione dove chiunque può aggiungere la 
									propria recriminazione, però con un 
									obiettivo comune, manifesto e voluto: 
									ottenere le dimissioni di massa di tutti i 
									politici e di tutte le istituzioni a partire 
									dal Presidente della Repubblica, seguito da 
									“… un periodo transitorio in cui lo stato 
									sarà guidato da una commissione retta dalle 
									forze dell’ordine …”, e con questo è facile 
									capire dove si vuole arrivare.
									Movimento eterogeneo ma 
									che però ha i suoi leader e rappresentanti: 
									Mariano Ferro, il leader dei primi forconi; 
									Augusto Zaccardelli, autotrasportatore e 
									ultrà laziale; Danilo Calvani, ex piccolo 
									imprenditore dell’ortofrutta e ora leader 
									del Comitato agricoltori riuniti e Lucio 
									Chiavegato, artigiano veronese. 
									
									Alcuni di loro hanno dei 
									trascorsi politici, come Mariano Ferro, 
									leader dei primi forconi, cui ebbe a dire 
									alcuni giorni orsono “ … Aspettate bisogna 
									far bollire prima l’acqua …” riferendosi 
									alla difficile situazione attuale, presente 
									con una sua lista alle comunali di Palermo, 
									poi alle regionali siciliane e a febbraio 
									scorso alle politiche con Forza Nuova; un 
									flop dietro l’altro e da allora è in cerca 
									di una candidatura, che magari in un 
									prossimo futuro gli verrà offerta da 
									Berlusconi.
									Di Danilo Calvani è noto 
									che dopo i suoi comizi, dove incita alla 
									ribellione fiscale per le troppe tasse che 
									opprimono le imprese, se ne vada con una 
									jaguar, automobile non proprio consona a chi 
									piange miseria; “… da tutta Italia andremo a 
									Roma e ci riprenderemo lo Stato..” ed 
									inoltre ”… stiamo mobilitando tutto il paese...” 
									alcune delle su arringhe.
									Calvani candidato alla 
									poltrona di sindaco di Latina nelle 
									amministrative del 2011 con la lista “Comitato 
									agricoli riuniti” ottenne risultati poco 
									incoraggianti (240 voti), forse perché in 
									città era già nota la sua situazione di 
									inadempiente per una montagna di debiti non 
									pagati alle banche; ora ci riprova con i 
									forconi.
									Non bastasse ci pensa
									anche il veronese Lucio Chiavegato a 
									soffiare sul fuoco: “Autoblu per tutti, 
									privilegi a volontà, Equitalia mandante di 
									suicidi di massa, famiglie che vanno al 
									disastro, vescovi e cardinali che danno 
									direttive politiche, zingari ladri difesi 
									dalle alte cariche di stato, extracomunitari 
									clandestini mantenuti a nostre spese, 
									politici scortati a fare la spesa, cittadini 
									lasciati soli contro i ladri e violenti e 
									donne violentate da persone che non 
									dovrebbero esserci”.
									E’ evidente che questo è 
									un momento delicatissimo per il Paese, e di 
									cui la nostra intelligence ha fornito al 
									governo un preciso identikit; “ Abbiamo 
									valutato - riferisce un analista - che in un 
									blocco di cento persone, 40 sono lavoratori 
									delle varie categorie, 40 sono attivisti di 
									estrema destra e il resto cittadini 
									arrabbiati”.
									Quindi una miscela 
									potenzialmente pericolosa e il ministro 
									dell’Interno Angelino Alfano è stato su 
									questo punto categorico “ … Non sto qui ad 
									aggettivare le ali estreme dei movimenti che 
									protestano ma certamente sapremo cosa fare 
									se esagerano. Faremo di tutto per assicurare 
									le pacifiche manifestazioni legittime ma 
									metteremo tutta la forza dello Stato contro 
									i violenti”.
									“Il nemico è comune a 
									tutti e si chiama stato-ladro-mafioso 
									italiano” appare scritto nel sito web del 
									coordinamento 9 dicembre 2013 e la sezione «cosa 
									vogliamo» è un calderone ribollente di 
									rabbia antipolitica, di antieuropeismo, 
									contro le banche e la «Kasta», contro le 
									tasse e contro il nemico più inviso 
									all’estrema destra, gli immigrati: “ 
									L’Italia è il paese adatto solo a chi viene 
									a delinquere o a farsi mantenere dal nostro 
									lavoro”. 
									Cosa fare quindi? La 
									risposta necessariamente deve essere molto 
									articolata e non semplicemente 
									sintetizzabile.
									Innanzitutto il 
									movimento non può essere liquidato con 
									semplici frasi di circostanza e 
									sottovalutato in quanto, come sopra 
									evidenziato, il movimento non è formato solo 
									dai “quattro gatti presenti in piazza” ma 
									esprime, certamente in forme sbagliate, 
									anche la rabbia di molti cittadini che non 
									hanno più punti di riferimento politico (basti 
									a pensare alla classe media che in questi 
									ultimi anni è stata lasciata sola in balia 
									di una crisi devastante).
									In 
									secondo luogo comprendere che attualmente 
									tutta la politica, i partiti e le 
									istituzioni hanno perso nei cittadini 
									qualsiasi significato e, come dice il 
									Presidente Letta “… 
									La rappresentanza 
									oggi è in grande crisi, gli attacchi alla 
									politica in questi giorni sono attacchi alla 
									rappresentanza … Se salta meccanismo con cui 
									il governo tratta con le categorie e i loro 
									legittimi rappresentanti, c’è un problema di 
									rappresentanza …”; a questo stato di cose 
									devono essere dati precisi e chiari segnali 
									di discontinuità.
									Poi nessun dialogo con 
									chi punta all’eversione, con chi
									devasta vetrine, 
									minaccia i cittadini, tiene in scacco 
									quartieri e assalta sedi di partiti e 
									sindacati, ma solo una risposta, quella 
									della polizia, dei tribunali, delle patrie 
									galere.
									Inoltre far comprendere, 
									con una precisa azione politica, che è 
									sbagliato gridare “ fuori tutti” senza 
									contrapporre fatti concreti; non far mancare 
									una risposta politica sia dai partiti ma 
									anche dalle istituzioni è quindi l’unica 
									strada percorribile per recuperare un minimo 
									di credibilità e consenso.
									
									Dice infatti il segretario generale della 
									Fiom-Cgil Maurizio Landini, a conferma di 
									quanto sopra “ … Sono elementi che 
									andrebbero capiti con precisione e 
									andrebbero capiti con precisione obiettivi, 
									le forme, le ragioni che portano ad una 
									protesta, fermo restando il diritto a 
									manifestare e che questo avvenga nel 
									rispetto delle regole e senza forme di 
									violenza “ e in merito ai rischi di una 
									degenerazione della protesta “… Credo che 
									sia uno dei problemi che abbiamo di fronte. 
									Che ci sia una crisi di rappresentanza 
									politica, sindacale, delle imprese e del 
									mondo del lavoro artigiano e autonomo è 
									sotto gli occhi di tutti, un fatto che rende 
									evidente il rischio di tenuta democratica e 
									sociale. Servono dei cambiamenti della 
									politica economica che diano risposte ai 
									problemi e la centralità di tutto è proprio 
									il lavoro “.
									
									
									 
									Alcune immagini 
									delle manifestazioni di questi giorni