E’ indubbio che quello che si sta vedendo in questi 
						giorni a Verona rappresenta uno spaccato di quell’Italia 
						peggiore che certamente sarà dura a debellare.
									
						Ci riferiamo ad una delle poche cose in cui gli italiani 
						eccellono e si chiama salto nel carro del (presunto) 
						vincitore.
									
						E’ uno sport nazionale, praticato da una parte 
						considerevole della società, ma che ha dei picchi 
						vertiginosi e dei risultati quasi irraggiungibili quando 
						a praticarlo sono gli uomini politici.
									
						Ricordiamo tutti il nome del massimo rappresentante di 
						tale sport nell’attuale legislatura, colui che ha dato 
						la possibilità al precedente governo a non essere 
						sfiduciato e a sopravvivere a se stesso per alcuni mesi, 
						colui che è passato senza remore e senza vergogna dai 
						banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza.
									
						Ma l’On. Scilipoti è stato solo il primo, seguito da una 
						ventina di “colleghi” che fondando il gruppo 
						parlamentare dei “Responsabili” (si fa per dire) 
						o meglio dei 
						disponibili, hanno salvato il governo nell’intento non 
						troppo nascosto di salvaguardarsi un posto nella futura 
						legislatura.
									
									Ma limitandoci al nostro Comune dobbiamo 
									dire che quanto successo in Parlamento sta 
									accadendo in egual misura
									 nella 
									campagna elettorale per le amministrative di 
									questa primavera.
									
									Una fotografia dell’attuale situazione vede 
									infatti il sindaco uscente e candidato per 
									il rinnovo della carica appoggiato dalla 
									Lega e da alcune liste civiche, il PdL prima 
									suo alleato ora assieme al cosiddetto Terzo 
									Polo esprimere Castelletti come candidato 
									sindaco, mentre i partiti di centrosinistra 
									appoggiano Bertucco.
									
									La sovraesposizione mediatica di Tosi, che è 
									apparso sempre più spesso nei programmi 
									televisivi nazionali, l’evidente consenso 
									popolare di cui è accreditato in città, i 
									sondaggi che lo premiano come secondo 
									sindaco più amato d’Italia dopo De Magistris 
									( Datamonitor, istituto di ricerca del 
									gruppo Bse) fanno si che tutti i pronostici 
									lo danno come probabile
									vincitore.
									
									Quale miglior occasione 
									quindi per i politici nostrani di 
									centrodestra del PdL, partito che non 
									esprime Tosi come proprio candidato, ma che 
									mirano più ad una poltrona che non al bene 
									della collettività, a salire fin che si è in 
									tempo sul carro del presunto vincitore?
									
									Chi sono questi esponenti, campioni del 
									salto di campo, è 
									presto detto: si va, solo per qualche nome, 
									da Massimo Mariotti a Vittorio Di Dio, da 
									Vito Giacino attuale vicesindaco che 
									evidentemente non vuole correre rischi di 
									perdere il suo incarico, a Anna Leso 
									presidente di Acque Veronesi nominata 
									proprio da Tosi, da Alessandro Montagna 
									assessore all’edilizia privata, ai 
									consiglieri comunali Salvatore Papadia, 
									Stefano Casali e Matteo Gasparato, ed altri 
									e che hanno creato la lista “Forza Verona”.
									
									In questi ultimi giorni il segretario 
									nazionale del PdL ha, riteniamo giustamente, 
									sospeso questi 14 sostenitori di Tosi, che 
									con il loro appoggio hanno praticamente 
									dimezzato il PdL veronese.
									 
									
									Dobbiamo per la verità ricordare che anche 
									il vertice della Lega, prima assolutamente 
									contraria a liste civiche di Tosi, ha 
									cambiato ultimamente idea nella convinzione 
									di una vittoria facile ed accettato un 
									compromesso farsa in cui Tosi può presentare 
									le sue liste, ma deve essere presente anche 
									sulla lista ufficiale del carroccio.
									
									E che dire del sostegno dell’API di 
									Francesco Rutelli alla candidatura di Tosi?
									
									E’veramente sorprendente che un uomo 
									politico, nato nel Partito Radicale, 
									cresciuto nel centrosinistra nella 
									Margherita, fondatore dell’API partito di 
									centro, dia l’appoggio a Tosi, leghista e di 
									destra.
									
									Le parole di Rutelli, in una recente 
									conferenza stampa, illustrano la sua 
									metamorfosi "I nostri candidati saranno in 
									una lista civica che affiancherà Tosi. Non 
									ci saranno le insegne di API ma una lista 
									dal nome Alleanza per Verona. Si tratta di 
									una scelta corretta perché Tosi è un 
									leghista che ha fatto bene. Ha anche accolto 
									il Presidente della repubblica, Giorgio 
									Napolitano, con tutte le insegne 
									repubblicane”
									
									Eccezionali e a dir 
									poco sconvolgenti 
									queste sue dichiarazioni, ma forse si è 
									dimenticato di dire la vera motivazione di 
									questo suo appoggio a Tosi che, come tutti 
									sappiamo, è solo la speranza di qualche 
									assessorato o incarico in qualche
									azienda a partecipazione 
									pubblica.
									
									Non ci resta quindi che augurare a questi 
									emuli di Scilipoti di 
									non riuscire nell’intento che si erano 
									prefissati e cadere dal quel carro che tanto 
									avevano sperato di salire.